Mikael Blomkvist ha una nuova storia tra le mani. Due giornalisti, Dag e Mia, intendono pubblicare un libro che svela nomi e retroscena di un losco e vasto traf?co di prostituzione tra Svezia e paesi dell'Est. Sono coinvolti personaggi di rilievo, poliziotti, giudici e politici. Nel corso dell'inchiesta, un triplice brutale omicidio scatena una vera e propria caccia all'uomo: l'attenzione di polizia e media nazionali si concentra proprio su Lisbeth Salander.
Stieg Larsson (born as Karl Stig-Erland Larsson) was a Swedish journalist and writer who passed away in 2004.
As a journalist and editor of the magazine Expo, Larsson was active in documenting and exposing Swedish extreme right and racist organisations. When he died at the age of 50, Larsson left three unpublished thrillers and unfinished manuscripts for more. The first three books (The Girl With the Dragon Tattoo, The Girl Who Played With Fire and The Girl Who Kicked the Hornets' Nest) have since been printed as the Millenium series. These books are all bestsellers in Sweden and in several other countries, including the United States and Canada.
Witnessed a rape when he was 15, and was helpless to stop it. This event haunted him for the rest of his life. The girl being raped was named Lisbeth, which he later used as the name of the heroine on his Millenium trilogy. Sexual violence against women is also a recurring theme in his work.
Personal quote: To exact revenge for yourself or your friends is not only a right, it's an absolute duty.
Stieg Larsson è (o meglio, purtroppo era) un perfetto intrattenitore. Con "La ragazza che giocava con il fuoco" non possiamo certo dire di trovarci davanti a un'opera di alta letteratura, nè tantomento a un giallo dello stesso calibro (e della stessa suspense) del primo della saga di Millenium. La coscenza di non trovarsi di fronte a un'eccellenza c'è. Eppure, nonostante questo, nonostante le oltre 700 pagine del romanzo, nonostante la complessità dell'intreccio (che si segue comunque facilmente), il tomone trascina, conquista, ti fa entrare con facilità nel suo mondo, dal quale, come recitano le parole del Nouvel Observateur in copertina, non vorresti più uscire. Il merito sta tutto nella potenza del ritratto di lei, Lisbeth Lisander, uno dei personaggi più ambigui e curiosi (e, per questo affascinanti) che la narrativa contemporanea ci abbia offerto su un piatto d'argento. E Larsson, che l'aveva bene intuito, ci ha giocato a meraviglia. Tanto che qua la nostra hacker, per una serie di malaugurate coincidenze e non, viene accusata di un triplice omicidio ed è costretta a tirare fuori le unghie per salvarsi, aiutata da Blomkvist, sebbene fra i due non ci sia un vero e proprio avvicinamento, anzi, all'inzio lei fa il possibile per stargli lontana. Ma si sa, Lisbeth è un essere tanto contorto e tanto complesso da non potere essere afferrato subito così, di primo impatto. Per quello piace tanto, sarebbe stata la sfida perfetta per ogni psicologo, moderno e non. Sempre in primo piano poi, c'è la tematica della violenza sulle donne e il ritratto di una società ingiusta e deviata sulla quale Larsson punta il dito senza troppi giri di parole. Insomma, la lettura trascina e intrattiene le tue ore di lettura a meraviglia, e nella rete di Larsson ci si casca così facilmente che le pagine scorrono via, ad una velocità impressionante.
Bhe. Bhe. In effetti Larsson si é davvero riscattato con questo secondo volume. A differenza del primo é molto più scorrevole, meno pedante e pieno di ritmo. Continui cambi di scena all'inizio ti imbarbagliano un po', poi piano piano tutto si rimette in fila. La figura di Lisbeth é davvero geniale. Bravo! Prenderò anche il terzo volume, a questo punto. 😉
Ti immergi nella lettura e non aspetti altro che ritornarci la volta successiva. E quando finisce ti chiedi subito come puoi continuare ad andare avanti! Adorabile Lisabeth... una donna che combatte per le donne
Diversamente dal primo libro, che parte lentamente per poi esplodere, il secondo episodio della "trilogia millenium" parte forte e rimane lettura appassionante fino alla conclusione. Finale compreso, dato che resta un clamoroso cliffhanger.
"La ragazza..." ha per�� un "difetto" rispetto al primo: meno giallo-poliziesco e pi�� azione, con conseguente escalation dei toni e meno dubbi e incertezze su chi sono i "bad guy". Il focus si sposta da Blomkvist (protagonista pressoch�� assoluto del primo episodio) alla Salander, intorno alla quale si scopre una rete di intrighi a tratti inverosimile (ma che creano certamente colore e caratterizzano saga e scrittore in modo peculiare). Rimane il tema di fondo che da il titolo al primo romanzo (e per chi �� sensibile all'argomento gi�� solo questo sarebbe sufficiente a giustificarne la lettura) che viene ripetutamente portato all'attenzione del lettore, senza mai risultare banale e lasciando spazio per riflessioni di carattere personale.
Bench�� ne abbia goduto, �� a mio parere un passo indietro rispetto agli "Uomini che odiano le donne", che risultava pi�� vario con maggiore "effetto curiosit��" per conoscere il prosieguo della storia (mentre "La ragazza" si legge per vedere i cattivi castigati, fondamentalmente).
Un buon secondo episodio ma non eccelso. D'altra parte si sa: confermarsi �� pi�� difficile di vincere.
Secondo capitolo della millenium trilogy e anche questa volta mi ha convinto eccome. Non so come ma sono riuscita a spalmare questa lettura lungo tre mesi (lo avevo cominciato a giugno), eppure al solo aprire il libro e riprendere la lettura, dopo pause volute o forzate, la storia non perdeva di carattere e forza narrativa e ti trascinava nuovamente in quel di Stoccolma a chiedersi come Lisbeth Salander, la mitica hacker che odia gli uomini che odiano le donne, sarebbe riuscita a tirarsi fuori dal casino in cui era coinvolta. Un brutto affare davvero dato che si tratta di un triplice omicidio. Con l’unico appoggio del Kalle dannatissimo Blomkvist, la nostra eroina dovrà affrontare i problemi del presente, ma anche le tragedie del passato, del suo passato. Questo secondo romanzo ha, infatti, un elemento dalla sua parte a renderlo ancora più avvincente: il mistero e le indagini faranno riaffiorare ricordi e vecchie cicatrici e impareremo a conoscere meglio Lisbeth e la sua storia, fino a quella verità sconvolgente che riaffiora in superficie. Di fronte a thriller di tale fattura, ingegnosamente e sapientemente composti, narrati con maestria e cura, carichi di pathos in un crescendo di adrenali ed emozioni, non puoi che dispiacerti ancora una volta per la scomparsa prematura di questo scrittore.
Dopo l'entusiasmante esordio de "Uomini che odiano le donne" continua la serie di "Millennium", "La ragazza che giocava con il fuoco" è infatti il secondo episodio della trilogia creata dallo svedese Stieg Larsson. Le tinte mistery del precedente romanzo vengono in parte abbandonate per lasciare posto ad un autentico poliziesco in cui, questa volta, la vera protagonista è Lisbeth Salander, la controversa ragazza che segretamente svolge l'attività di hacker. Nonostante sia inferiore al suo predecessore questo secondo lavoro di Larsson è ugualmente un ottimo libro scorrevole e coinvolgente e che non fa pesare al lettore le sue 750 pagine. Per goderlo appieno è però consigliabile leggere anche il precedente capitolo.
Siamo a due anni dalla fine degli eventi del primo libro (uomini che odiano le donne) e inizia davvero con calma. I giorni di Lisbet e Mikael scorrono parallelamente. Sembra anche un pò noioso..insomma non succede nulla, ma vi dirò è fondamentale per capire il dopo..si perchè ad un certo punto si intreccia tutto!!!! finisce però sul più bello...perchè? ma perchè ho preso la versione che mi taglia il romanzo in due!!ma come si fa???? O_O fortuna che ho l'altra..
Io amo questo scrittore. Decisamente all'altezza del primo della serie. Continuo a trovare magico come riesca a farti leggere 700 pagine tenendoti col fiato sospeso fino all'ultimo lasciandoti poi l'impressione di aver iniziato solo il giorno prima. Bello davvero.
Much ado about nothing, diceva Shakespeare. Tanto rumore per nulla. O poco. Ho faticato a leggere le duecento pagine centrali e ho letto le ultime duecentocinquanta in attesa di un'emozione che, tuttavia, non è arrivata. La scrittura pulita di Larsson è encomiabile, ma mi aspettavo molto di più.
é incredibile come Larsson sia riuscito a scrivere un secondo capitolo ancora più coinvolgente, entusiasmante e sorprendente del primo! l'inizio forse è un po' lento ma, causa numerosi colpi di scena, è riuscito a farmi trattenere il respiro fino alla fine. Bello!
Interessante secondo libro per la saga Salander-Blomkvist. A mio avviso non all'altezza dell'ottimo primo libro, ma comunque una lettura del tutto godibile. In questo capitolo a mio avviso abbiamo molta più azione ""sul campo"", più azione frenetica con un susseguirsi di eventi uno attaccato all'altro. Ovviamente la parte investigativa che aveva fatto da padrona nel primo libro, viene questa volta messa leggermente da parte. Come sempre lo scritture riesce a tener incollato il lettore fino alla fine. Nel complesso merita di essere letto.
Una storia mozzafiato, un intreccio divertente e adrenalinico. La scrittura di Larsson è a dir poco perfetta, fluida e avvincente. Nella semplicità della narrazione l’autore ha stilato una trama ricca di colpi di scena, estremamente dinamica e spaventosamente brutale per certi versi. Tocca dei nodi molto cruenti che toccano l’anima. Leggermente meglio il primo della saga. Ciò nonostante rimane uno dei miei autori preferiti.
Rispetto al primo il ritmo diventa molto più incalzante, la trama si infittisce e complica parecchio. È da considerarsi un libro unico con quello successivo (la Regina dei castelli di carta).
si sì si, leggetelo. è un mattone, davvero lungo ma vedrete che alla fine vorrete che sia lungo il doppio. storia accattivante e scritta in modo sublime, mi è piaciuto tantissimo.
La ragazza che giocava con il fuoco è il secondo capitolo della trilogia Millennium, e mi è piaciuto più del primo, soprattutto perché gli eventi ruotano intorno ad una - se non l'unica - protagonista principale, Lisbeth Salander, accusata di duplice e poi triplice omicidio. Lo stile mi piace, così come la sensazione di leggere una storia scritta da qualcuno che sa davvero di cosa sta parlando (in questo caso, del traffiking). Ed è un pregio, secondo me, che l'azione cominci a circa 200 pagine dall'inizio del libro, senza che ciò che la precede annoi o stanchi il lettore, anche se ho trovato a volte eccessivamente ansiogeno il piano dell'avvocato Bjurman di far del male a Lisbeth (ma probabilmente solo perché ho letto il romanzo in un momento sbagliato). Forse è proprio la parte centrale del romanzo quella che mostra di più il fianco: l'assenza di Lisbeth si sente, e si sente parecchio, ed ho trovato a volte molto noiose le pagine dedicate al distretto di polizia, anche se ho pensato che lo scrittore sia stato davvero bravo a rendere detestabili quei personaggi - uomini - insopportabilmente ignoranti e misogini. Una cosa che mi ha colpito è il fatto che la rivelazione probabilmente più importante del romanzo, concernente uno dei personaggi - ed in particolare la sua relazione con uno dei protagonisti -, sia stata messa lì quasi con noncuranza, non posta alla fine del capitolo, né tanto meno "urlata", come forse mi sarei aspettata. Mi chiedo se ciò dipenda dalla "provenienza" del romanzo (non ho letto altri scrittori svedesi) o allo stile di Larsson. Il finale è forse un po' tirato per i capelli, a tratti (penso, ad esempio, all' "impresa" di Mikael Blomkvist contro il gigante biondo), ma il romanzo ha comunque il pregio di tentare di andare dritto alle radici del male e di far riflettere, e questo mi piace sempre. Molto.
Thriller mozzafiato? Mah.. devo arrivare a pagina 220 perché succeda qualcosa..qualche dettaglio in meno sulle scopate da pedofila di Lisbeth avrebbe giovato al ritmo. Ad un certo punto poi la vicenda parte ma anche sulla costruzione della suspance un po troppi dettagli di polizia, burocrazia..forse l'intento è costruire una vincenda complessi con più fronti ma ne pagano le spese la tensione ed il ritmo. Un po meno pagine, un po più azione. Risulta piacevole ma poteva esserlo di più.